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Nel 1547 Veronese viene chiamato a dipingere un grande quadro rappresentante lUltima cena per il refettorio dei domenicani di San Zanipolo. Il risultato è un dipinto altamente spettacolare in unarchitettura composta da tre grandi arcate inserisce numerosissimi personaggi. Il dipinto però fu giudicato sconveniente dal tribunale dellinquisizione perchè si riteneva che la presenza di molte figure potesse sminuire il significato mistico dellepisodio sacro. La disputa si concluse con
lobbigo da parte del pittore di cambiare il titolo allopera che diventa così Cena a casa di Levi.
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Del 157 la Cena in Casa di Levi, uno dei massimi capolavori delta poetica veronesiana. Sul verde pallido e chiarissimo del cielo, venato da grige nubi rosate dana luce negli orli, e sullargenteo candore delle fantastiche architetture classicheggianti, stacca la folla degli invitati bilanciata negli ampi riposi delle altissime arcate dello scenografico porticato e sciolta ai lati di Gristo, perno centrale delta vastissima composizione, in una distesa e lenta legatura ritmica di pose e di gesti. Per attingere a questa riposata e felice concordia for male sembra che ogni figura umana ed ogni oggetto si rivesta delle tinte piú allusive in un continuo e prezioso contrappunto cromatico. E si veda come al bilanciato contrapporsi degli inservienti del fastoso convito corrisponda una analoga contrapposizione di superfici colorate che giunge quasi nelle due teste dei piiz giovani serei alle sublimi idee di inversione formale e cromatica di Piero delta Francesca. Qnesta gioiosa felicitá cromatica del tutto indifferente al soggetto religioso, che anzi traspone in una visione miticamente pagana, condusse 1artista dinanzi al tribunale dellinquisizione. E come le pronte risposte date agli inquisítori veneziani costituiscono incomparabile segno di quale coscienza nutrisse Paolo delta sua arte, cosi il non aver voluto modificare alcun elemento figurativo ne indica tutta la coerente moralitá artistica.
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he was asked if he guessed why he had been summoned, to which he replied that he believed it was because he ought to have painted the Magdalene instead of a dog, and would have done so but that he did not think the figure fitting or would look well, and pleading that the irrelevant figures had been introduced for decorative effect, as was usually done by artists, as it seemed fit that the master of such a house as that of the host of our Lord, who he had been told was both rich and great, should have such attendants. Does it, then, appear fit to you, sternly asked his judge, that at our Lords Supper you should paint buffoons, drunkards, Germans, dwarfs, and the like fooleries ? Germans as fooleries was unconscious humour which Paolo was too frightened to smile upon ; but scenting danger in a flash, he answered, fearfully, that he knew what he had done was bad, but he had the example of great painters before him, and stupidly cited the nudes in Michelangelos Last Judgement as an excuse. It brought the wrath of his judge in a storm about him-indeed, the Inquisitor seems to have been a good critic, a sane man from his narrow point of view, and certainly a logical one-for, be it remembered, this canvas was called The Last Supper. Hotfoot came the crushing question Do you not know that, in such a painting as that in the Popes chapel at Rome, drapery is not expected, disembodied spirits only being seen ; and do you dare to compare them with your buffoons, dogs ... and other absurdities? ... Do you hold that it is right or even decent to have painted your picture in such manner ? Paolo bowed to the storm, meekly replied that he could not defend his conduct-that he had not considered all these things that were now so clearly put before him and calmly evaded all promise to change his ways. To his profound surprise, he was told that he was free, but that he must paint out the dog, paint the Magdalene in its place, and blot out the German soldiers, within three months time. Paolo Veronese, once outside the dread Inquisition, shrugged his shoulders, breathed a sigh of relief, and never touched the picture again. He got him back airily to his painting ; and the only consequence of his dangerous adventure was a vast popularity and the increase of demand for his work. One astute thing, however, he did do-he straightway changed the name of the picture from The Last Supper to Feast in the House of Levi, craftily removing the need for the repentant Magdalene who had had no part in it, and removing any sense of irreverence from the more tragic and dramatic supper-at the same time proving how little he was concerned with the religious motive of his pictures, which were merely a peg upon which to hang a paean to the glory and splendour of Venice.
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Il mondo di Veronese ignora, quasi sempre, lespressione del dolore o della tristezza; non vi si può cercare, in generale, n raccoglimento, n intimità. È un mondo sereno e fastoso che traduce laspirazione alla felicità della società veneziana in composizioni le più caratteristiche delle quali sono ampie, ritmate da architetture teatrali e popolate da numerose figure. È un mondo immaginario, nonostante accolga il ritratto - talora facente parte della messa in scena, talora isolato - e alcuni elementi realistici come buffoni, nani, paggi, soldati, cani e scimmie, la cui presenza nellambito di episodi sacri e mitologici è giustificata dal gusto del dipingere. Si è spettatori di una festa del colore. Veronese gioca magnificamente con i rapporti di toni, i loro accordi o, a volte, con le loro dissonanze e i loro scambi reciproci attraverso i riflessi. Le sue tonalità sono più luminose di quelle dei suoi rivali. Nellaffresco come nella pittura a olio, in cui gli impasti contrastano con le velature, il tocco lieve o evidente sfuma i contorni, ma fa scintillare luci dorate nei panneggi di stoffe sontuose. Sarebbe tuttavia limitante attenersi a uninterpretazione basata esclusivamente sulla sensualità di questarte. Nelle sue composizioni, Veronese annoda le figure in morbide ghirlande oppure crea delle possenti diagonali. Questo artista possiede il senso dello spazio; la sua prospettiva originale e ardita moltiplica i punti di fuga (come nelle Nozze di Cana al fine di valorizzare, in seguito, i vari elementi) e gli scorci; abbassa frequentemente la linea dellorizzonte per ingrandire le figure in primo piano, mentre quelle del fondo o della parte superiore (come nel Martirio di san Giorgio) obbediscono piuttosto a una prospettiva frontale. Nella decorazione dei soffitti e delle volte, lo spazio viene concepito per una visione obliqua a partire dal suolo. Tutto questo fa di Veronese un precursore del barocco. Sarà proprio seguendo il suo esempio che S. Ricci, agli inizi del Settecento, risveglierà la scuola veneziana dal suo torpore, seguito da G.B. Tiepolo che saprà trarne unispirazione più libera. In generale, i grandi coloristi devono molto a Veronese per esempio Delacroix, il suo più fedele discepolo postumo.
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Paolo Caliari (Verona 158 - Venezia 1588). Fu avviato alla pittura presso A. Badile e ancora giovanissimo (155) entrò nellambiente artistico veneziano. La cultura del Veronese, decoratore di altissimo livello, nei primi cicli veneziani (per la sala del Consiglio dei Dieci in palazzo ducale, 155; per la chiesa di S. Sebastiano; per la Libreria di Sansovino, 1556) appare ispirata ai modelli del manierismo romano ed emiliano. La serenità olimpica e profana della pittura del Veronese si espresse, dopo il viaggio a Roma del 1560, nellassoluto capolavoro degli affreschi della villa Barbaro a Maser. I valori scenografici del linguaggio veronesiano trovarono la loro massima espressione nella serie delle celebri Cene, dalla Cena in Emmaus (ca 1560) e dalle Nozze di Cana (156), ambedue ora al Louvre di Parigi, allUltima Cena per il convento dei SS. Giovanni e Paolo (1571-7, ora alle Gallerie dellAccademia di Venezia). Trattò anche la ritrattistica, sia autonoma (La famiglia Cuccina, 1571, Dresda, Gemäldegalerie), sia inserita nelle sue grandi composizioni.
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Per il Veronese esso acquista il sapore di un evento mondano, ricco di sfarzo, colori e rumori, ma da cui è assente ogni accenno di dramma
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On July 18, 157, he was called before the Holy Tribunal of the Inquisition because certain details in the work were considered irreverent in its treatment of a religious theme; Veronese included dogs, a cat, midgets, Huns, and drunken revelers in the mammoth canvas. The Inquisitors pointed out that in Michelangelos Last Judgment there were no such drunkards nor dogs nor similar buffooneries as Veronese had painted. He answered Mine is no art of thought; my art is joyous and praises God in light and colour.
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